ASPETTI SOCIOLOGICI

L’epilessia può avere un impatto significativo sulle normali attività delle persone che ne sono affette, imponendo limiti nella vita quotidiana assenti prima della diagnosi.

Epilessia e scuola
Ancora oggi l’epilessia è erroneamente considerata una malattia mentale e spesso gli insegnanti di un bambino con epilessia si chiedono se ci sono diversità fra questo bambino e gli altri alunni. In alcuni ambienti scolastici permane il pregiudizio che le crisi epilettiche siano causa di una riduzione delle capacità mentali, o almeno che gli alunni affetti da tale malattia abbiano disturbi del comportamento.
Anche se è vero che i farmaci antiepilettici possono di per sé indurre effetti collaterali sul versante neuropsicologico (da disturbi di attenzione e concentrazione, a deficit più specifici ad es. della memoria o della denominazione), solo una piccola parte di alunni con epilessia presenta effettivamente dei ritardi nello sviluppo e nell’apprendimento.  In questo caso, il livello di  gravità della malattia, opportunamente certificato, darà diritto a tutte le forme di tutela e sostegno previste in questo ambito. Elo ha redatto un utile manuale che riporta le principali problematiche che possono presentarsi in ambito scolastico e alcune possibili soluzioni. Inoltre Elo fornisce la disponibilità dei suoi operatori, esperti in questo settore, per organizzare incontri presso le scuole, nel caso i genitori ne ravvisassero la necessità. 

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(A cura e per gentile concessione de “ELO – Epilessia Lombardi ONLUS”)

Epilessia e lavoro
La maggior parte dei soggetti affetti da epilessia (circa il 65-70%) può svolgere normali attività lavorative, negli altri casi, le difficoltà dipendono da patologie associate, come deficit motori o sensoriali, disturbi psichici o di comportamento o insufficienza mentale.  L’indice di occupazione di persone con epilessia, però, è nettamente inferiore rispetto alla media della popolazione. La malattia può comportare difficoltà nell’inserimento lavorativo, disoccupazione, impieghi sotto-qualificati, discriminazione o un precoce pensionamento.
Per chi è affetto dalla patologia, in ogni caso, è meglio evitare occupazioni che espongano a rischi in caso di crisi epilettica o che favoriscano il manifestarsi delle crisi stesse. Sono sconsigliati, dunque, lavori su impalcature o scale, la guida di mezzi di trasporto o turni che comportino irregolarità nel sonno.

Nei casi in cui le capacità lavorative di una persona affetta da epilessia siano ridotte a meno di due terzi rispetto alla sua mansione, può essere emesso il giudizio di invalidità. Di conseguenza saranno applicabili le agevolazioni che disciplinano tale settore.